I Dias de los Muertos è una delle feste più sentite e famose del Messico. In questi giorni speciali viene celebrata la morte e si tiene vivo il ricordo di chi non c’è più. Ogni anno, migliaia di persone si radunano in ogni zona del Paese per partecipare a sfilate, feste, celebrazioni e alla commemorazione dei defunti.
Ciò che caratterizza i festeggiamenti sono le maschere e i costumi indossati dalle persone che si travestono, soprattutto, da scheletri colorati proprio in onore di chi ci ha lasciati. Questo particolare trucco, serve, soprattutto, per rappresentare in modo caricaturale la morte. Essa, infatti, non è considerata come un nemico a cui sfuggire, ma soltanto una fase della vita che va accettata con serenità.
Le origini del Dia de los Muertos
La festa dei morti messicana ha radici molto antiche e affonda le sue origini nell’epoca preispanica. In questo periodo, il funerale di una persona era una festa, durante la quale i parenti avevano il compito di guidare il defunto fino al Mictlan, ossia il mondo dei morti.
Con l’arrivo dei colonizzatori e la mistione delle tradizioni indigene con quelle europee, i riti e le usanze religiose locali vennero assorbite dal calendario cristiano. La principale conseguenza fu che le celebrazioni del Día de los Muertos coincisero con la fine del ciclo agricolo del mais, a quel tempo la principale coltura del Messico. In questo modo, le comunità cominciarono a festeggiare, nello stesso tempo, la vita e la morte.
Abbandonata, seppur parzialmente, la sua originale natura, in breve tempo questa importante festività si trasformò in una celebrazione il cui scopo era di offrire la possibilità ai defunti di tornare nel mondo dei vivi per un giorno. Così facendo, il loro ricordo sarebbe rimasto sempre vivo nei cuori di amici e parenti, i quali dovevano assicurarsi di accoglierli erigendo un altare in loro onore.
Oggi, ciò che davvero fa del Día de los Muertos una festività unica al mondo è la singolare rappresentazione della morte. Essa, infatti, non è più un’essenza invisibile e impercettibile, ma una reale presenza che si concretizza nell’altare allestito dai vivi, grazie al quale il ricordo dei morti viene conservato in eterno.
Quando e come si celebrano i Días de los Muertos
I festeggiamenti del Mexico Dia de los Muertos o il Giorno dei Morti cominciano dal 28 ottobre e si protraggono fino al 2 novembre. In queste giornate, le strade di molte città messicane si riempiono di persone in maschera, di bancarelle e di teschi zuccherati dai colori sgargianti.
Nonostante si svolga a cavallo tra Halloween e la festività dei morti, il Día de los Muertos non ha nulla a che vedere con la tradizionale ricorrenza americana. Durante i festeggiamenti, infatti, non c’è traccia della caratteristica atmosfera cupa o dei costumi paurosi. In questi giorni, invece, si dà spazio all’allegria e alla voglia di vivere.
Ciò che le persone fanno durante il Día de los Muertos è, sostanzialmente, omaggiare i defunti in ogni modo. Nei cimiteri, le lapidi sono decorate con fiori, mentre sugli altari si sistema il cibo e gli oggetti cari al defunto, tra cui la sua stessa foto.
L’altare è decorato con i cosiddetti “papel picado”, ovvero rettangoli di carta ritagliati in vari colori, con delle candele e con dei fiori. A concludere, un bicchiere d’acqua che serve per dissetare i defunti e il sale, da sempre simbolo di protezione.
I festeggiamenti, come detto, avvengono in tutte le città messicane, ma, soprattutto, in quei piccoli paesi dove la tradizione resiste al progresso e alle contaminazioni. In questi giorni, giovani e adulti sfilano per le strade con indosso travestimenti da scheletri colorati e si scatenano in balli e danze, a rappresentare il passaggio gioioso dalla vita alla morte. I più “fedeli”, si accampano nel cimitero dove sono sepolti i propri cari e trascorrono qui la notte, organizzando surreali pic-nic e spettacoli con musica e danze.
5 curiosità sul Día de los Muertos
Il Día de los Muertos è una festa talmente unica e particolare da essere conosciuta in tutto il mondo, anche grazie a diverse curiosità che la riguardano. La prima è che, dal 2008, fa parte dei Patrimoni dell’UNESCO, perché molto antica e considerata vero e proprio patrimonio culturale che rappresenta l’identità di un intero popolo.
Le Calaveras
Un’altra curiosità è legata ai personaggi delle “Calaveras”, delle presenze ricorrenti già in molti disegni e incisioni delle civiltà preispaniche, Aztechi e Maya soprattutto. Il loro nome deriva dalla parola spagnola “calavera”, ossia “teschio” e la più famosa è la Calavera Catrina, ossia la Signora del giorno dei Morti che veste abiti francesi e un grande cappello.
Durante i festeggiamenti, i Calaveras diventano il fulcro attorno al quale si svolge la celebrazione e sono presenti sotto ogni forma possibile. Dalle caramelle alle torte, dal cibo ai giocattoli fino, naturalmente, ai costumi indossati dalle persone durante le sfilate.
La Calavera Catrina è diventata famosa, soprattutto, agli inizi del ‘900. In questi anni, il vignettista José Guadalupe Posada ne fece uno dei suoi personaggi preferiti e la disegnò soprattutto per “deridere” il comportamento degli indigeni che provavano a emulare la raffinatezza degli europei.
Cibo, bevande e fiori
È soprattutto a tavola che i messicani festeggiano questa occasione. Uno dei piatti tipici è il “Pan de muertos”, un caratteristico pane dolce a base di semi di anice e decorato con teschi e ossa di pasta.
Durante i festeggiamenti i messicani bevono anche alcune bevande tradizionali. Tra queste, la pulque, ovvero una dolce bibita ottenuta dalla fermentazione della linfa dell’agave e l’atole, una sorta di porridge caldo fatto con farina di mais, zucchero di canna non raffinato, cannella, vaniglia e cioccolata o frutta.
Riguardo, invece, ai fiori caratteristici dei Dias de los Muertos, essi si chiamano Chempasùchil e si presentano di colore prevalentemente giallo e arancione e con un profumo particolarmente intenso. La loro scelta non è casuale, visto che, secondo le leggende, il loro odore è talmente forte da essere percepito anche dalle anime dei defunti e guidarli, così, verso casa.
Infine, la festa si svolge nell’arco di diversi giorni perché ciascuno di essi è dedicato a una tipologia diversa di defunti. Il 28 ottobre, per esempio, è per chi è morto per cause violente e in un incidente. Il 29 è dedicato ai morti per annegamento. Il 30 alle anime solitarie o dimenticate. Il 31 a chi è morto prima del battesimo. Il 1° novembre ai bambini e il 2 novembre al ritorno dei defunti sulla terra.