È da una vita che sognate di avventurarvi all’interno di un ghiacciaio, ma per farlo state ancora aspettando di partire per il tanto sospirato viaggio in Islanda? Beh, non è necessario avventurarsi così a nord per esplorare un ghiacciaio, basta fermarsi giusto un po’ prima. L’escursione al ghiacciaio Fellaria è ciò che fa per voi a pochissimi passi da casa!
Dove si trova il ghiacciaio Fellaria?
Il ghiacciaio Fellaria è uno dei luoghi più belli e selvaggi del nostro paese. Un angolo di mondo in cui il tempo sembra essersi fermato e in cui la mano dell’uomo non è fortunatamente intervenuta.
Questo luogo incredibile e ancora poco conosciuto, si nasconde tra le Alpi lombarde nel cuore della Valmalenco. Per trovarlo dobbiamo avventurarci nel territorio di Lanzada, piccolo borgo della provincia di Sondrio situato a brevissima distanza dal confine svizzero.
Il punto di partenza dell’escursione di cui andremo a parlare a breve è la Diga Alpe di Gera. La macchina si può comodamente lasciare nel parcheggio della struttura, abbastanza ampio da ospitare le tante macchine degli entusiasti trekkers.
Il luogo si raggiunge senza problemi da tutte le province lombarde, seguendo le indicazioni per Sondrio. Arrivati nei pressi della città si prende poi la deviazione per la strada provinciale 15 verso Campo Moro – Lanzada e poi fino alla diga.
Volendo la macchina si può lasciare anche al parcheggio del Campo Moro, ma l’escursione si allunga così di 3 km! Se il parcheggio della diga dovesse risultare pieno, potete parcheggiare nei vicini rifugi Zoia o Poschiavino.
L’escursione al ghiacciaio Fellaria
L’escursione al ghiacciaio Fellaria ci porta a 3500 metri d’altitudine, circondati da montagne e corsi d’acqua limpidi e puri per toccare il tetto del cielo con un dito. Il trekking ha una difficoltà media, non è quindi troppo eccessivo e risulta essere adatto a tutti, anche ai bambini.
Tuttavia, si consiglia comunque una buona preparazione fisica prima di intraprenderlo e si sconsiglia a chi non è abituato a camminare a lungo in montagna. Infatti il percorso per la sola andata ha una durata di 3-4 ore sempre in salita e il sentiero è perlopiù sterrato e a tratti poco agevole.
Altrettanto importante è attrezzarsi adeguatamente e vestirsi al meglio per la montagna. Sono vietate le sneakers, per quanto comode, e obbligatori gli scarponcini da trekking. Meglio indossare poi i vestiti tecnici da trekking e portare una giacca antivento e impermeabile.
Il periodo migliore per intraprendere questa avventura è da giugno a settembre, quando le condizioni meteo e del percorso risultano essere più buone e per più tempo.
In primavera, autunno e inverno infatti potrebbero verificarsi repentini cambiamenti delle temperature o delle condizioni meteorologiche che metterebbero a rischio la vostra sicurezza. In ogni caso è sempre meglio consultare il meteo prima di partire.
Il percorso
Il primo tratto dell’escursione ha una durata di un’ora e mezzo e conduce dal parcheggio della Diga al Rifugio Bignami, dove l’escursione avrà davvero inizio.
Una volta lasciata la macchina, dirigetevi verso la diga e salite la rampa di cemento che si inerpica sul muro esterno della struttura. Una volta in cima voltate a sinistra e continuate ammirando dall’alto questa maestosa costruzione. Terminato il percorso in cima alla diga, proseguite lungo il sentiero occidentale che circonda il lago di Gera.
Il sentiero in questione è un percorso ad anello che circumnaviga l’intero lago. Volendo potete anche percorrerlo per intero e poi, tornati al punto di partenza, seguire le indicazioni per il rifugio Bignami. Oppure attendere al ritorno per scegliere la via che vi permetterà di esplorare anche l’altro versante.
Il Rifugio Bignami
Giunti alla prima tappa potete proseguire senza sosta o fermarvi per riprendere le energie e scoprire la proposta culinaria locale presso il rifugio.
La vista da questo altipiano a 2401 metri d’altezza è incredibile e in lontananza si può già scorgere la cascata della Vedretta di Fellaria Orientale.
Dal Rifugio di diramano i sentieri che vi condurranno ai piedi del ghiacciaio. I sentieri glaciologici Luigi Marson sono infatti tre:
- Sentiero A: è quello più breve che in poco più di un’ora e mezzo vi permette di arrivare al lago Fellaria occidentale, saltando però il punto più bello dell’escursione, ossia il lago Fellaria orientale.
- Sentiero B: il più lungo e difficoltoso, che segue un percorso molto scosceso per poi unirsi e proseguire lungo il sentiero C. È consigliato soltanto ai trekkers più navigati.
- Sentiero C: è la via diretta al ghiacciaio Fellaria e alla Vedretta orientale, non è eccessivamente faticoso e in meno di due ore porta a questa meravigliosa destinazione.
Si consiglia quindi di intraprendere il sentiero C, prestando grande attenzione ai pannelli informativi, ai cartelli e ai pallini blu che vi seguono sul sentiero per indicarvi la via corretta.
La tappa finale
Il sentiero C si inerpica sempre più in alto, in un percorso molto ripido, scosceso e impegnativo. Prestate attenzione nel proseguo, infatti nel primo tratto la strada si restringe ed è po’ esposta. Per quanto sicura tenete sempre gli occhi ben aperti e state attenti a dove mettete i piedi (ecco perché gli scarponcini da trekking sono fondamentali!)
Continuando a salire si arriva agli alpeggi dell’Alpe Fellaria: qualche rudere qua e là, costruzioni tradizionali e verdi pascoli presi d’assalto da capre e mucche. Il paesaggio è tra i più ameni immaginabili ed è punteggiato da corsi d’acqua di ogni tipo: torrenti, cascate o laghetti. Per superarli vi aiuteranno i numerosi ponti di legno e metallo costruiti via via.
L’ultimo tratto dell’escursione al ghiacciaio Fellaria è il più duro. Infatti al sentiero scosceso si sostituisce una ripida salita invasa di massi. Per superarla ci vogliono all’incirca 40 minuti, ma una volta in cima sarete arrivati a destinazione!
Il luogo è magico e selvaggio allo stesso tempo. Il ghiacciaio si distende davanti a voi e il lago ai suoi piedi è di un turchese spento ma unico. Sull’acqua galleggiano i pezzi di ghiaccio distaccati dal ghiacciaio e l’aria è piena del suono costante della cascata e degli scricchiolii del ghiacciaio stesso.
Questo è un fenomeno abbastanza normale, la caduta di rocce e ghiaccio è un fenomeno frequente, motivo per cui è severamente vietato avvicinarsi al ghiacciaio o salirci sopra! Tuttavia, anche questo angolo di mondo tutto nostrano, per quanto incontaminato, è messo a dura prova dai cambiamenti climatici. Nell’800 la sua estensione era di quasi 23 km2, oggi solo di 9.
Il ritorno
Prendetevi tutto il tempo che volete per godere del paesaggio e della calma che emana e per scattare qualche foto ricordo. Quando arriverà il momento di ripartire avrete due opzioni tra cui scegliere.
Potrete infatti semplicemente ripercorrere a ritroso i vostri passi e tornare lungo il sentiero C al rifugio Bignami e poi alla diga. Oppure una volta arrivati al rifugi potreste proseguire lungo il sentiero che conduce all’Alpe Gembrè e poi tornare alla diga seguendo la sponda orientale del lago di Gera, quindi il percorso opposto rispetto all’andata.
Questa variante posticipa il ritorno di quasi due ore, è molto suggestiva, ma anche impegnativa, valutate bene quindi prima di intraprenderla.
E ora, dopo aver visto la panoramica completa sull’escursione al ghiacciaio Fellaria, è tempo di inforcare gli scarponcini e iniziare la salita. Se vi piacerebbe farlo in compagnia di nuovi amici e con la guida di un esperto locale, non esitate a scoprire l’evento che Meeters ha in programma proprio qui!