Il Parco del Sojo è un’area verde unica nel suo genere. Lungo tre chilometri, è un luogo suggestivo, ideale per chi ama immergersi nella pace e ama il connubio tra arte e natura. Fare un’escursione tra i sentieri del Sojo equivale a vivere un’esperienza impareggiabile, diversa, utile e preziosa per staccare dalla routine quotidiana e rigenerare corpo e mente.
Il Parco si trova nella contrada di Covolo di Lusiana, nell’Altopiano dei Sette Comuni a Vicenza. Questa piccola borgata, circondata da casolari, abeti e vigneti, a ovest è riparata da una parete rocciosa detta “lo sperone del Sojo“. È proprio a questa che il bosco deve il suo nome.
Fa parte di un complesso turistico più ampio, rappresentato dal Museo Diffuso di Lusiana che riunisce insieme il Museo Palazzon, il Villaggio preistorico del Monte Corgnon, la Valle dei Mulini, il Giardino Alpino, il Museo della Fauna Alpina e l’Area Labioli.
La rinascita del Parco del Sojo nel segno dell’arte
Dopo decenni di incuria e abbandono, nel 2000 il Parco del Sojo è rinato grazie a un’idea dell’architetto Diego Morlin, che ha dato il via a un lavoro di recupero e riqualificazione durato cinque anni.
Nel 2005 l’area è stata finalmente aperta e restituita al pubblico con una novità: la riapertura è stata accompagnata da un progetto di valorizzazione artistica. Il suo sentiero boschivo, animato da alberi secolari, è stato infatti arricchito da circa 80 opere realizzate da artisti italiani e stranieri.
Le installazioni e le sculture sono state costruite con diversi materiali, tutti reperiti in loco. Legno, pietra, ceramica, bronzo si alternano alla presenza degli alberi, quasi in un abbraccio. L’effetto è straordinario: una fusione profonda con la natura circostante.
Il luogo detiene un record: è l’unico parco di sculture d’arte contemporanea all’aperto nel Veneto ed è uno dei più particolari d’Italia, senza dubbio un caso irripetibile nel suo genere.
Richiama così l’attenzione di visitatori provenienti da tutta Italia ed Europa, compresi i più piccoli, incuriositi anche dalla sua aura misteriosa e leggendaria.
Un sentiero magico tra storia e leggenda
Si narra che un tempo il Parco del Sojo fosse popolato dalle streghe. Lo stesso sperone è noto come “Il Sojo delle streghe”. Circolano leggende anche sugli abitanti del piccolo popolo: fate e altre creature fantastiche come le anguane, le ninfe acquatiche delle Alpi, vivevano nelle grotte e nelle pozze d’acqua del bosco.
Le tappe del sentiero, ricche di alberi secolari (faggi, querce, betulle, carpini, roverelle), evocano con i loro nomi un’atmosfera magica: la Casa dell’Alchimista, il Bosco di Ciompe, il Bosco dei Dimenticati, la Collina dei Giganti.
Sembra proprio di essere immersi nel mondo delle fiabe o in una storia fantasy. Anche le opere d’arte, dagli “Gnomi” di Severino Morlin allo “Spirito nel Guscio” di Andrea Del Prà, non fanno che accrescere il clima di mistero che avvolge il parco.
Ciò che è certo e attestato storicamente è che lo sperone del Sojo è sempre stato usato come un rifugio naturale dagli abitanti del posto. Durante i lavori di riqualificazione, nella zona circostante sono emersi reperti e manufatti che fanno pensare a una presenza umana già nel Neolitico.
Una camminata faticosa ma appagante
Una visita guidata al Parco del Sojo ha una durata che va dalle due alle tre ore. L’escursione è di media difficoltà, comprendendo un percorso che si snoda per tre chilometri per lo più in salita. Nulla di difficile o pericoloso, nemmeno per i bambini, ma è consigliato attrezzarsi con scarpe e abbigliamento sportivo, indispensabili per affrontare alcuni passaggi più ripidi di altri.
Una volta iniziata la camminata, vi troverete a contatto con le sculture e le installazioni. Mani giganti, busti e maschere dalle espressioni eloquenti, talvolta spaventose, enormi matite colorate, sedie e troni, sagome affascinanti di donne e altre rappresentazioni singolari vi accompagneranno per tutto il tragitto. Aguzzate la vista: le opere sono numerose e potreste perdervene qualcuna. Per i più piccoli sarà come una caccia al tesoro.
Attraversare i sentieri del Parco del Sojo è, per questo motivo, un’opportunità di arricchimento culturale e artistico al di fuori del comune. Rappresenta un momento di comunione tra uomo, natura, arte e storia.
Per i più coraggiosi, è possibile arrampicarsi: lo sperone del Sojo è una delle palestre rocciose più amate dagli arrampicatori non solo italiani ma anche europei. Una volta giunti in alto, dallo strapiombo della falesia è assicurata una visione eccezionale.