Chi ha la possibilità di passare qualche giorno durante il periodo invernale in uno dei paesi del Circolo Polare Artico (Groenlandia, Canada, Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia), può facilmente assistere a uno dei fenomeni più belli e affascinanti: l’Aurora Boreale.
Io stessa, la prima volta che sono stata in Norvegia a novembre dello scorso anno, sono rimasta senza parole quando ho vista la Green Lady danzare nel cielo.
All’inizio timidamente, per poi mostrarsi in tutta la sua meraviglia.
Sotto questo punto di vista, provo una leggera “invidia” per gli abitanti di questi paesi che possono godere delle “Luci del Nord” ogni notte.
Se mai doveste fare una vacanza o capitare in uno di questi paesi dall’inverno fino alla primavera inoltrata (l’ultima volta che ho visto l’aurora era fine marzo), vi consiglio di andare nei posti con luce artificiale quasi o totalmente assente, proteggetevi dal freddo, occhi al cielo e aguzzate la vista.
Vederla sarà uno spettacolo che vi rimarrà dentro!!!
Aurora boreale: scienza e mito
A livello scientifico, l’aurora boreale è un fenomeno legato all’attività del sole: la produzione di particelle elettriche, elettroni e protoni, colpiscono la ionosfera terrestre, ovvero quella parte dell’atmosfera tra i 100 e i 500km di altitudine.
Una volta esaurito il fenomeno elettrico, l’energia prodotta dagli elettroni emettono luce di varia lunghezza d’onda.
Si usano principalmente 5 classi di luminosità:
- Luminosità 0 – Aurore visibili solo con strumenti ottici (kRa minore di 1)
- Luminosità 1 – Aurore di luminosità paragonabile alla Via Lattea, hanno un colore bianco (1 kRa)
- Luminosità 2 – Aurore di luminosità paragonabile ai cirri illuminati dalla Luna, hanno colori appena visibili e tendenti al giallo-verde (10 kRa)
- Luminosità 3 – Aurore di luminosità paragonabile a grosse nuvole illuminate dalla Luna, hanno colori molto evidenti (100 kRa)
- Luminosità 4 – Aurore di luminosità paragonabile alla Luna piena, hanno colori netti ed effimeri (1000 kRa)
Per quale motivo è visibile solo nelle regioni molto a nord (o molto a sud)?
Secondo la scienza, la minore protezione magnetica in quelle zone del mondo permette al vento solare di interferire con il campo magnetico terrestre.
Andando oltre la scienza, alla Nordlys (altro nome per l’Aurora) sono legate numerose leggende e miti.
Volpi e montagne: in lingua finlandese si chiama Revdntulet, ovvero “fuochi della volpe”.
Secondo un antico mito, l’aurora boreale era causata da una volpe magica che, trovandosi in ritardo per l’annuale festival invernale, correva veloce tra le montagne imbiancate di neve.
Improvvisamente si stancò di tenere in alto la coda: ad ogni suo passo la coda della volpe urtava la coltre di neve, provocando scintille che volavano in alto verso il cielo.
Quelle scintille erano l’aurora boreale.
Applausi e fischi: secondo una credenza Sami, è vietato fischiare, applaudire o richiamare l’attenzione dell’aurora boreale quando danza nel cielo.
Facendo troppo rumore si rischia di attirare l’attenzione degli spiriti che potrebbero scendere dal cielo e rapire i trasgressori del divieto.
Fertilità e buona sorte: in alcune culture l’aurora boreale è legata alla fertilità: un bambino concepito sotto l’aurora sarà per sempre baciato dalla fortuna e dalla buona sorte.
Partita a calcio: secondo le popolazioni eschimesi, l’aurora è causata dagli spiriti dei morti che giocano a palla nel cielo con la testa o il teschio di un tricheco
Guerra e sangue: nella storia dell’Europa centrale l’aurora boreale è associata a spargimenti di sangue.
Nelle rare volte in cui è visibile in questi luoghi assume i toni del rosso e sono interpretati come cattivo presagio di una prossima guerra con spargimenti di sangue.
Alcune settimane prima della Rivoluzione francese, diverse aurore boreali furono avvistate in Scozia e in Inghilterra e molte persone riferirono di aver visto e sentito eserciti combattere nel cielo.
Vichinghi: secondi i vichinghi i colori derivano dalla luce che si riflettono sugli scudi delle Valchirie.
Le Valchirie erano le messaggere del dio Odino che arrivavano dal Walhalla (residenza dei morti gloriosamente in battaglia) in sella ai loro cavalli per designare coloro che sarebbero stati uccisi in battaglia.
Una volta nel Valhalla le Valchirie portavano corni di birra agli Einherjar, i guerrieri uccisi. I bagliori dell’aurora segnalavano che le messaggere erano al lavoro.
Eschimesi Groenlandia e Nord Canada: queste popolazioni ritenevano che rappresentassero il regno dei morti.
Quando le loro luci cambiavano velocemente voleva dire che i defunti stavano provando a mettersi in contatto con i loro familiari in vita.
Lapponi: consideravano l’aurora un fenomeno potente e spaventoso, era la presenza dei messaggeri di Dio, creature da rispettare e temere.
Gesti come fischiare, agitare fazzoletti o far tintinnare campanelle spingono l’aurora ad attaccare i trasgressori.
Danimarca: l’aurora è dovuta a un gran numero di cigni che, volando verso nord, restavano intrappolati nel ghiaccio polare e ogni volta che sbattevano le ali per liberarsi generavano i riflessi.
Islanda: l’aurora rappresenta lo spirito di coloro che non erano felici di essere morti e cercavano di comunicare con i familiari in vita.
Non si tagliavano i capelli e non si avventuravano mai all’esterno senza berretto per paura di vedersi bruciare la chioma.
Inuit: per gli Inuit del Canada, la terra era piatta e il cielo un’immensa cupola formata da un materiale duro punteggiato da piccoli fori attraverso i quali si potevano vedere le stelle.
Un ponte univa il nostro mondo con l’aldilà e i morti erano guidati nel cammino da piccole fiaccole luminose; gli Inuit della Groenlandia credevano che l’aurora rappresentasse lo spirito dei bambini deceduti di morte violenta o nel giorno del loro compleanno; gli Inuit dell’Alaska nascondevano i loro figli all’apparizione dell’aurora in quanto credevano che un bambino potesse essere portato via per strappargli la testa e giocarci.
Indiani: secondo gli Indiani del nord degli Stati Uniti, nella direzione del vento del nord vivevano i Manabai ‘Wok, giganti cacciatori e pescatori nostri amici che non potevano essere visti.
Quando uscivano con le loro torce, il cielo brillava e indicava il luogo in cui si trovavano.
Gli Indiani Athabaska ritenevano che le aurore fossero i riflessi della danza del fuoco dei folletti.
Australia: per gli aborigeni australiani, l’aurora rappresentava la danza degli dei.