Al mondo ci sono poche sensazioni migliori di quelle che si provano durante un bel trekking in montagna.
Prendere scarpe e zaino, vestirsi di tutto punto durante una fredda settimana e decidere di passare due giorni immersi nella natura.
Camminare per paesaggi maestosi, magari accompagnati da amici fidati o magari camminando proprio per conoscerne di nuovi.
Chiunque dovrebbe questo genere di sensazione almeno una volta nella vita, potete crederci sulla parola.
Perché il trekking non è l’hobby più popolare sulla faccia della terra?
In primis perché le montagne o i bei paesaggi non sono sempre alla portata di tutti.
In secondo luogo perché, tra tutti gli hobby che si possono scegliere, rimane comunque uno di quelli in cui è necessario avere un minimo di attrezzatura e sopratutto un minimo di preparazione.
Per questo motivo abbiamo deciso di deliziarvi con 5 consigli adatti ai principianti, per tutti quelli che non hanno mai avuto l’occasione di praticare del buon trekking in montagna.
Seguiteci in questo viaggio, così non avrete più scuse per non partecipare ad un evento interessante.
5 consigli per i principianti del trekking in montagna
Questi consigli sono dedicati a chiunque voglia avvicinarsi seriamente al mondo del trekking e che parte senza alcuna conoscenza pregressa.
Senza un po’ di preparazione fisica non si va da nessuna parte
Se si è sempre condotta una vita sedentaria è possibile iniziare fin da subito a fare trekking in montagna, magari in maniera anche spinta?
Risposta: ni.
Le montagne sono composte da salite che possono durare anche delle ore e, in questi casi, senza un minimo di preparazione fisica c’è il concreto rischio di mettersi in difficoltà. L’alternativa è quella di regalarsi ore di dolori muscolari, non esattamente qualcosa di auspicabile.
Il nostro consiglio, quindi, è quello di iniziare gradualmente prima di affrontare trekking in montagna della durata di diverse ore. Per un principiante è bene iniziare con dei percorsi con dislivelli di massimo 400 metri. Questa cifra, infatti, corrisponde a più o meno un’ora di cammino in salita ed è un ottimo punto di partenza per chi vuole affrontare la montagna ed impararla a rispettare.
Dopo aver preso confidenza con questo genere di tragitto, dopo aver fatto almeno una decina di escursioni, sarà possibile iniziare ad approcciarsi anche a percorsi più complessi. In questo modo si potrà mettere da parte la fatica degli inizi. A questo punto l’obiettivo sarà chiaro: affrontare tragitti con dislivello superiore ai 400 metri.
Preparazione ma non competizione
È bene mettersi in mente una cosa ben precisa: la competizione non è ben accetta nel mondo del trekking. Non c’è bisogno di cronometrare i propri percorsi, non c’è bisogno di correre né di spergiurare gli altri. Il trekking è forse il modo più delicato che abbiamo, come umani, per contemplare tanto la natura quanto noi stessi.
Nel trekking in montagna l’obbiettivo finale non è il raggiungimento di un traguardo ma è ottenere un’esperienza e un ricordo indimenticabile. Le bellezze degli scenari con i quali si viene a contatto sono tali da far stampare subito questi concetti nelle teste dei trekkers, sia che camminino da soli sia che siano in compagnia. Quando la musica è rappresentata dal respiro e dai suoni della natura si scende presto a patti con questo genere di ragionamenti.
L’assenza di competizione non è però indice di assenza di difficoltà, anzi, di quelle ne è possibile trovare a bizzeffe. I sentieri che solitamente vengono percorsi da chi fa trekking in montagna sono ben documentati da appassionati, guide alpine e altre entità. Questo ha permesso la creazione di un codice nazionale per la definizione delle difficoltà che è possibile trovare sulla pagina del CAI (il club alpino Italiano)
- T: sentiero turistico
- E: sentiero escursionistico
- EE: sentiero escursionistico dedicato agli esperti
- EEA: sentieri escursionistico dedicato agli esperti dotati di attrezzatura
Un principiante che tipo di percorso dovrebbe fare? In questi casi si consiglia sempre e comunque di partire da un sentiero di difficoltà T. Se il fisico risponde bene alle difficoltà del caso allora si può salire di difficoltà (in accordo con la propria esperienza).
Attrezzarsi contro il maltempo
Una volta che si è scelto il percorso desiderato è necessario fare due cose.
- Scegliere una data in cui percorrerlo
- Controllare delle previsioni meteo (affidabili) per quella data
Questo è perché fare trekking è bellissimo ma anche il sentiero più turistico può diventare un brutto ricordo con un pessimo meteo. Alcuni sentieri possono avere situazioni di rischio legate proprio al meteo. Se così non dovesse essere allora è semplicemente necessario utilizzare i giusti strumenti.
La cosa più difficile in questi casi è scegliere un buon sito meteo affidabile.
Noi, per evitare ogni problema, consigliamo di puntare sempre al Servizio Meteorologico dell’Aeronautica militare.
Scegliere lo zaino adatto alle proprie aspettative
Il modo migliore per praticare trekking in montagna è avere con sé tutta l’attrezzatura necessaria. Gli strumenti cardine di ogni buon trekking sono due: lo zaino e le scarpe.
Scegliere un ottimo zaino è fondamentale per potersi godere un trekking come si deve: ne abbiamo già parlato a fondo all’interno di questo articolo.
Ora, senza starci troppo a ripetere, facciamo un riassunto. Esistono moltissimi zaini in commercio con fasce di prezzo anche molto differenti tra loro: per cominciare non è necessario puntare fin da subito al top. Uno zaino di fascia media sarà più che sufficiente per i primi trekking in montagna. È importante che lo zaino sia leggero e impermeabile, che possieda un’imbottitura morbida e che sia dotato di scomparti per semplificare l’accesso agli oggetti più importanti.
Quindi, volendo dare due numeri è bene puntare su uno zaino con 60/70 litri di capienza per circa 1 kg di peso.
Scegliere attentamente le scarpe
Come abbiamo detto sopra l’altro strumento indispensabile quando si parla di trekking è avere un buon paio di scarpe. Questo perché il trekking in montagna stressa moltissimo i piedi e, pertanto, senza scarpe comode e ben realizzate si corre il rischio di trovarsi con bolle, vesciche e quant’altro. Se si fanno sentieri non turistici o in generale sentieri lunghi è meglio evitare le normali scarpe da ginnastica.
Quali sono i parametri più importanti da tenere in considerazione quando parliamo di scarpe per il trekking in montagna? In questo caso è bene che le scarpe siano stabili e che siano ben aderenti alla caviglia. L’aderenza alla caviglia, in questi casi, è importantissima per evitare di finire con una caviglia slogata durante un sentiero. I percorsi accidentati possono essere molto pericolosi per questo genere di problematica.
In questo caso la distinzione che si fa è tra scarponcini alti e bassi.
- Scarponcini alti: dotati di sostegno alla caviglia e quindi perfetti per i percorsi più accidentati, con dislivelli anche importanti.
- Scarponcini bassi: un buon punto di partenza per fare tutti i percorsi caratterizzati da un basso livello di difficoltà e da uno scarso dislivello.
Sei tu l’estraneo nei sentieri
Fare trekking in montagna vuol dire entrare in comunione con la natura passo dopo passo, facendosi abbracciare dalla bellezza delle costruzioni naturali. È buona norma (se non proprio regola indispensabile) che l’escursionista non lasci traccia alcuna del suo passaggio.
Questo come si riassume? Chi fa trekking ha l’obbligo morale di lasciare l’ambiente esattamente come lo ha trovato: niente sporcizia, niente massi rotolanti, niente rifiuti. In questo modo si fa un favore agli escursionisti che verranno dopo di lui, si fa un favore a chi con questo genere di cose ci lavora e si fa un favore alla natura stessa che per nessun costo si lascia osservare ripristinando lo spirito.
Adesso sai tutto il necessario per poter indossare gli scarponcini da trekking e andare alla ricerca del tuo sentiero turistico perfetto per cominciare.
Se non sai da dove partire prova ad iscriverti a Meeters, così ti informeremo sui percorsi e sugli eventi che potrebbero fare al caso tuo.